Adulti
La maggior parte degli adulti è in grado di trovare autonomamente una soluzione ai propri problemi e può contare sull’aiuto della propria famiglia o dei propri amici. Se questa forma di sostegno non basta e se neppure le offerte di consulenza forniscono un aiuto sufficiente, entra in azione il diritto di protezione degli adulti. In casi simili, l’Autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA/ARP) è pronta a proteggere le persone in questione. Grazie al diritto di protezione degli adulti, le persone in buona salute possono inoltre dare disposizioni per il loro futuro.
Avviso o segnalazione riguardante una situazione di bisogno (Canton Berna, in francese)
Autodeterminazione
Abbiamo tutti il diritto di organizzare la nostra vita in modo autonomo. Siamo quindi noi a decidere dove e come desideriamo vivere, presso quale assicurazione malattia vogliamo essere assicurati e come vogliamo spendere i nostri soldi. Se abbiamo delle difficoltà, possiamo chiedere consiglio, per esempio a un servizio sociale, al servizio fiduciario di Pro Senectute, a un centro di consulenza sulle dipendenze o a un servizio di consulenza sui debiti.
Capacità di discernimento ed esercizio dei diritti civili
Per poter esercitare questa autodeterminazione, si deve essere maggiorenni e capaci di discernimento. Qualsiasi persona è capace di discernimento quando è in grado di agire e decidere in modo ragionevole. Per legge, una persona può essere considerata incapace di discernimento per i seguenti motivi: l’età (sia l’infanzia che la vecchiaia possono portare a un’incapacità di discernimento), disabilità mentale, turba psichica, ebbrezza o stato consimile (cfr. art. 16 CC).
Oggi, molte persone adulte redigono un mandato precauzionale nel caso in cui subentrasse una perdita della capacità di discernimento. In assenza di un mandato precauzionale, quando una persona è riconosciuta incapace di discernimento, i familiari o parenti stretti rappresentano i suoi interessi, oppure l’ARP nomina una curatrice o un curatore.
Rappresentanza da parte di un familiare o un parente stretto
Molte coppie si rendono conto in età avanzata che uno dei partner perde la sua capacità di discernimento. Questa condizione può però verificarsi anche prima, per esempio a seguito di una malattia o di un infortunio. Il coniuge o il partner registrato ha il diritto legale di rappresentanza in caso di incapacità di discernimento (art. 374 CC). Questa pratica permette di tutelare gli interessi della persona interessata e di soddisfare le sue esigenze di base. In ambito medico, anche altri familiari o parenti stretti come i discendenti, i genitori, i fratelli o le sorelle, hanno diritto di rappresentanza (art. 378 CC).
Finché i familiari o i parenti stretti svolgono i compiti necessari, l’ARP non ha bisogno di intervenire. L’ARP interverrà solo in assenza di familiari o parenti stretti o se questi ultimi non sono in grado di occuparsi della persona vulnerabile.
L’incapacità di discernimento può essere temporanea o permanente, motivo per cui il diritto di rappresentanza non ha una durata determinata.
Mandato precauzionale
Cosa succede se divento incapace di discernimento? Con il mandato precauzionale (art. 360 e seg., CC) tutte le persone maggiorenni hanno la possibilità di esercitare il proprio diritto ’all’autodeterminazione e di risolvere questa situazione. Nel mandato precauzionale, la persona interessata determina in particolare chi la rappresenterà in caso di perdita della sua capacità di discernimento. Può trattarsi di una persona a lei vicina o di un’istituzione. Il mandato precauzionale regola le questioni di carattere personale (cure della persona) e le questioni relative ’all’alloggio, alla presa in carico e alle cure. questo mandato contempla anche le questioni di carattere finanziario (gestione del patrimonio) e legale (interazioni legali).
Chiunque desideri istituire un mandato precauzionale può chiedere una consulenza (per esempio a Pro Senectute o a un/a notaio/a). Per essere valido, il mandato precauzionale ’dev’essere redatto in forma olografa, ossia dev’essere interamente scritto a mano, datato e firmato. In alternativa, il documento può essere redatto in forma autentica da un/a notaio/a.
L’ARP assolve diversi compiti legati al mandato precauzionale. Se una persona è incapace di discernimento, l’ARP esamina innanzitutto se esiste un mandato precauzionale. In caso affermativo, l’ARP verifica se è valido e se la persona incaricata del mandato è in grado di svolgere i compiti conferitegli. Se è il caso, l’ARP rilascia un documento ufficiale alla persona incaricata del mandato precauzionale che le consente di identificarsi presso terzi (banca, casa di cura, ecc.). Se la decisione dell’ARP è negativa, quest’ultima esaminerà la possibilità di istituire un’altra forma di aiuto per la persona incapace di discernimento.
Come redigere un mandato precauzionale?
Annina Spirig di Pro Senectute risponde a queste e altre domande (il video è disponibile unicamente in tedesco):
Direttive anticipate del/della paziente
Desidero beneficiare di misure di prolungamento della vita in caso di infortunio o malattia? Quali cure mediche dovrei ricevere se divento incapace di discernimento? Queste e altre questioni possono essere risolte mediante le direttive anticipate (art. 370 e seg. CC). Nelle direttive anticipate, la persona interessata può stabilire le cure mediche a cui acconsente o meno. Queste cure potrebbero includere, per esempio, la rianimazione in caso di arresto cardiaco. È inoltre possibile designare una persona che sarà chiamata a prendere le decisioni mediche (rappresentante).
Esistono vari modelli disponibili, come quello della Federazione dei Medici Svizzeri FMH. Se si desidera redigere delle direttive anticipate è importante farsi consigliare, per esempio da Pro Senectute. Le direttive anticipate devono essere datate e firmate.
Le direttive anticipate entrano in vigore non appena la persona interessata non è più capace di discernimento. I medici curanti devono quindi sempre verificare se le persone incapaci di discernimento hanno redatto delle direttive anticipate’ L’ARP interviene a livello delle decisioni mediche solo su richiesta, ed è cosa molto rara. Per esempio, interviene quando viene a sapere da una persona vicina alla persona incapace di discernimento che alcune misure mediche prese in considerazione sono contrarie alle direttive anticipate o che vanno contro gli interessi della persona interessata.
Misure di protezione
Non tutti gli adulti sono in grado di gestire la propria vita e la loro routine quotidiana in modo autonomo. Problemi finanziari, di dipendenza o turbe psichiche possono impedire a certe persone di esercitare i propri diritti civili in modo autonomo. Inoltre, l’invecchiamento pone sfide importanti legate a patologie specifiche, come la demenza. Se gli adulti interessati non hanno una cerchia sociale in grado di sostenerli, o se la famiglia e gli amici sono sopraffatti dalla situazione, conviene chiedere aiuto all’ARP.
L’ARP ha diverse possibilità per sostenere gli adulti. Il suo obiettivo è scegliere la misura meno incisiva possibile (principio di sussidiarietà) e di completare le competenze e le capacità degli adulti senza privarli della loro responsabilità personale (principio di complementarità). L’aiuto fornito è sempre adattato alle esigenze e alla situazione della persona interessata (principio della misura “su misura”). L’autodeterminazione viene mantenuta e incoraggiata nei limiti del possibile.
Nella maggior parte dei casi, l’ARP istituisce una curatela. I diversi generi di curatela consentono di adattare la misura alla situazione individuale della persona interessata.
Un avviso (segnalazione) di potenziale messa in pericolo di una persona che ha bisogno di aiuto viene trasmesso all’ARP. Non appena quest’ultima riceve tale avviso o segnalazione, la situazione della persona interessata viene esaminata.
Curatele
Certi adulti non sono più in grado di gestire la loro vita quotidiana a causa dell’età, di disturbi psichici o di altre malattie. Quando l’aiuto fornito dalle persone del loro entourage non basta, l’ARP può istituire una curatela. Si tratta di nominare una curatrice o un curatore che da quel momento in poi si occuperà di determinati compiti. Questi ultimi possono includere per esempio la gestione finanziaria, l’alloggio, le questioni legate alla salute o i contatti con le autorità.
Per le curatele, è possibile ricorrere a curatrici o curatori professionisti che lavorano all’interno di un servizio sociale e che gestiscono delle curatele a titolo professionale, oppure a curatrici e curatori come avvocati o fiduciari con una comprovata esperienza in un settore specifico, o ancora a curatrici e curatori privati che esercitano una curatela in veste di familiare o parente stretto oppure nell’ambito di un’attività quasi volontaria.
Stabilire un rapporto di fiducia è essenziale nell’ambito di una curatela. La persona interessata e i suoi familiari o parenti stretti possono quindi anche proporre persone idonee (art. 401 CC). L’ARP deve nominare un curatore o una curatrice idoneo/a, definire i suoi compiti e le sue competenze e supervisionare il suo lavoro.
Generi di curatela
Esistono quattro generi di curatela.
Nell’ambito dell’amministrazione di sostegno (art. 393 CC), una persona capace di discernimento viene consigliata e assistita su sua richiesta. Si tratta di una misura molto leggera e la persona interessata rimane responsabile di tutti gli aspetti della sua vita. Mantiene interamente l’esercizio dei suoi diritti civili.
Nel caso della curatela di rappresentanza (art. 394 CC), la persona interessata non è più in grado di compiere determinati atti e ha bisogno di aiuto. In questo caso, la curatrice o il curatore conclude per esempio dei contratti e degli atti per conto della persona interessata. Normalmente, la persona interessata continua ad esercitare i suoi diritti civili anche quando è posta sotto curatela. Tuttavia, se sussiste un rischio che la persona interessata possa nuocere a se stessa o essere sfruttata, l’esercizio dei suoi diritti civili può essere parzialmente limitato.
Nell’ambito della curatela di cooperazione (art. 396 CC), la persona interessata può concludere certi atti come la vendita di un bene immobile, solo con il consenso della propria curatrice o del proprio curatore. Ancora una volta, questa misura è necessaria solo se la persona interessata rischia di essere sfruttata.
La curatela generale (art. 398 CC) viene istituita quando la persona interessata ha bisogno di aiuto in tutti gli ambiti della vita quotidiana e agisce spesso contro i propri interessi. In un tale caso, la persona interessata è privata dell’esercizio dei diritti civili. L’ARP ricorre sempre meno a questa misura che sostituisce con misure “su misura”.
I primi tre modelli di misure possono essere combinati tra loro, per esempio un’amministrazione di sostegno in ambito sanitario e una curatela di rappresentanza per le questioni di carattere finanziario
Disaccordi con la curatrice o il curatore
Nella maggior parte dei casi, il rapporto con la curatrice o il curatore è semplice e improntato al rispetto reciproco. La curatela ha infatti il solo scopo di fornire un sostegno e dev’essere percepita come tale dalla persona che ha bisogno di aiuto. In caso di disaccordo o addirittura di conflitto, si raccomanda tuttavia di avere una prima discussione con la curatrice o il curatore. Il più delle volte si riesce così a trovare una soluzione. Se questo approccio non ha successo, la persona vulnerabile può rivolgersi all’ARP, per esempio se ritiene che ci sia stata una rottura del rapporto di fiducia o se ha l’impressione che la curatrice o il curatore non s’impegni abbastanza. Quando una collaborazione costruttiva sembra impossibile per motivi importanti, si può prendere in considerazione un cambio di curatrice o curatore.
Ricovero a scopo di assistenza
A volte certe persone stanno talmente male da dover essere ricoverate in una clinica psichiatrica o in un altro istituto. Nella maggior parte dei casi, il ricovero a scopo di assistenza (art. 426 e seg. CC) viene ordinato da un medico. L’ARP interviene solo in rari casi eccezionali. Se esiste una misura ambulatoriale più blanda, l’ARP deve ordinarla in via prioritaria.
Qualsiasi persona ricoverata ha il diritto di designare una persona di fiducia (art. 432 CC). Questa persona dev’essere capace di discernimento e ha il compito di informare la persona interessata sui suoi diritti e doveri, di aiutarla in tutte le pratiche amministrative, di trasmettere le sue richieste e di assisterla durante la procedura.
La persona interessata, o una persona a lei vicina, può richiedere in qualsiasi momento la revoca del ricovero a scopo di assistenza, e l’ARP o il tribunale deve decidere senza indugio. Se il ricovero dura più di 6 settimane, l’ARP deve verificare regolarmente se le condizioni per una presa a carico stazionaria sono sempre soddisfatte e se quindi la misura è ancora appropriata.